La ricerca sulle malattie autoimmuni

March 20, 2025 00:12:55
La ricerca sulle malattie autoimmuni
Università Svelate 2025
La ricerca sulle malattie autoimmuni

Mar 20 2025 | 00:12:55

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"L'eccellenza della ricerca UniGe": Giulia Gasparini, ricercatrice al Dipartimento di scienze della salute - DISSAL, rappresenta la Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche parlando dell'importanza della ricerca sulle malattie autoimmuni

Intervista di: Riccardo Novaro

Montaggio di: Riccardo Novaro

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Episode Transcript

[00:00:00] Speaker A: Unigeradio per Università Svelate, sono qua con Giulia Gasparini che rappresenta la Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche. Senti il peso di rappresentare la tua scuola ad un evento del genere? [00:00:11] Speaker B: Beh, un po' di peso onestamente sì, perché comunque è un grande onore essere qua a rappresentare la mia scuola. Spero nel mio piccolo di aver un po' dimostrato quello che è la nostra scuola, di cosa ci occupiamo, quindi di aver svelato un pochino al pubblico generale il nostro settore, ecco. [00:00:28] Speaker A: E qua mi fai l'assist perché ti chiedo come pensi che un evento del genere possa avvicinare l'Università di Genova alla città di Genova? [00:00:37] Speaker B: Secondo me è un invento molto importante, perché è importante creare questo legame col territorio, con la città, farlo diventare più concreto e reale, quindi far partecipare, aprire le porte al pubblico generale e far vedere cosa facciamo nell'Accademia. Non siamo solo dei cattedratici nelle biblioteche, ma facciamo anche delle attività che coinvolgono la popolazione generale. Questo secondo me è molto interessante, ecco, è utile. [00:01:02] Speaker A: Grazie mille Giulia. Con Giulia abbiamo già fatto un'intervista in studio, quindi vi lascio la sua intervista. [00:01:07] Speaker B: Ciao a tutti, io sono Giulia Gasparini, sono una ricercatrice di tipo A, al Departimento di Scienze della Salute dell'Università di Genova. Io in particolare mi occupo di malattie cutanee venere, quindi io sono una dermatologa. Mi occupo sia della parte universitaria ma anche della parte clinica. perché lavoro in convenzione anche con l'ospedale policlinico San Martino. Io principalmente mi occupo di malattie autoimmuni e malattie rare e ho un ambulatorio dedicato proprio alle malattie rare che seguo insieme al mio direttore che è il professor Cozzani e in particolare io sono esperta in malattie diciamo bollose autoimmuni e anche altre malattie autoimmune dell'acute come la morfea, il lichen planus, il lichen sclerotrofico e anche alle manifestazioni cutanee, per esempio del lupus. Mi occupo sia principalmente di ricerca clinica e di ricerca traslazionale, quindi che è un ponte tra la clinica e il laboratorio e raramente anche mi sono occupata invece di ricerca di base, collaborando con altri professori e dipartimenti della nostra università. Oggi vi racconto un po' quello che appunto facciamo in clinica dermatologica in quanto clinici universitari. Ci occupiamo sia della ricerca ma anche della terza missione. Per esempio noi come clinici abbiamo un interesse particolare alla divulgazione scientifica, l'educazione alla salute, la sensibilizzazione Quindi facciamo anche molte campagne di sensibilizzazione per la popolazione. Per esempio noi soprattutto ci occupiamo di quelle malattie che hanno un grande impatto sulla popolazione generale, perché sono molto frequenti, come per esempio la psoriasi, la dermatite atopica o i tumori cutanei. che sono quindi delle problematiche per i quali vale la pena educare la salute e sensibilizzare la popolazione. Per esempio i tumori cutanei sono un grande problema di salute, perché potrebbero essere tra l'altro in gran parte prevenibili, perché è vero che esiste una predisposizione genetica ai tumori della pelle, per esempio avere un fototipo chiaro, quindi avere una carnagione molto chiara che tende a scottarsi al sole, oppure avere familiarità per tumori della pelle, avere molti nei. Però fattori di rischio importanti sono quelli che possiamo modificare noi, come per esempio non esagerare nell'esposizione solare, usare le protezioni solari e questo permetterebbe di ridurre l'incidenza di melanoma, di carcinomi vadocellulari o spinocellulari, insomma di tumori cutanei che sono anche molto frequenti e prevenibili. Sempre in questo contesto cerchiamo in queste nostre campagne di sensibilizzazione che facciamo a volte con degli open day, cioè apriamo le porte della clinica universitaria alla popolazione generale e facciamo dei colloqui di tipo informativo, spieghiamo la malattia, cerchiamo di spiegare anche eventuali nuovi percorsi di cura o di diagnosi, in modo che anche persone che pensavano magari di non avere così possono avere accesso alle cure e questo per esempio lo facciamo per la psoriasi, per la dermatite atopica, che sono malattie importanti perché colpiscono fino al 3% della popolazione adulta, quindi è una percentuale abbastanza importante. Per esempio invece ultimamente abbiamo anche fatto un open day, una giornata di porta aperte per la vitiligine, che è una malattia non così frequente, ma che fino adesso è stata sostanzialmente trascurata, era orfana di terapie e adesso invece ci sono appunto dei nuovi frontiere terapeutiche e quindi abbiamo divulgato questa possibilità e abbiamo di sensibilizzare anche su questo tipo di malattia. Un altro progetto di cui sono molto orgogliosa è il progetto che abbiamo fatto con un grant, abbiamo vinto un grant internazionale competitivo che ci ha permesso di finanziare la realizzazione di una piattaforma online e una app per telefono. Questa piattaforma digitale, possiamo chiamarla così, è sostanzialmente uno strumento per spiegare alla popolazione generale l'importanza delle vaccinazioni in pazienti dermatologici che fanno delle terapie immunosoppressive. Perché ci siamo resi conto che in un momento di grande dubbio e sfiducia nei confronti delle vaccinazioni, soprattutto dopo la pandemia, molti dei nostri pazienti che hanno malattie autoimmuni, oppure psoriasi, dermatite atopica, fanno delle terapie immunosuppressive. Cosa vuol dire? Che abbassano le difese del sistema immunitario, rendono quindi più suscettibili alle infezioni. Allora per questo motivo abbiamo fatto questa campagna di sensibilizzazione tramite una piattaforma digitale, in questo caso, per spiegare i vaccini disponibili. [00:06:40] Speaker A: Per le persone che hanno malattie autoimmuni, qual è la difficoltà nel fare un vaccino? [00:06:47] Speaker B: Nella malattia autoimmune il sistema immunitario è troppo aumentato nei confronti di un organo del proprio corpo, in questo caso nei confronti della pelle. Quindi è come se fosse orientato esageratamente in una direzione sbagliata. Quindi è vero che la terapia della malattia autoimmune è l'immunosopressione. che vuol dire abbassare le difese immunitarie in senso generale. Alcune malattie autoimmuni hanno la fortuna di avere delle terapie bersaglio, cioè che sono delle terapie molto specifiche, sono per esempio piccole molecole o anticorpi monoclonali che vanno a immunomodulare, cioè regolano una piccola parte del sistema immunitario, quella sregolata nell'autoimmunità e la vanno a beccare in maniera selettiva. Altre malattie autoimmuni, per esempio come le malattie bollose autoimmuni, non hanno questa fortuna e quindi usiamo degli immunosoppressori come il cortisone, come il metotrexate, l'azatioprina, che sono degli immunosoppressori a largo spettro e queste purtroppo abattono tutto il sistema immunitario in maniera indistinta. Allora il problema è che però abbattendo in maniera indistinta il sistema immunitario abbatti sia la parte sbagliata che va verso l'autoimmunità, ma anche quella parte fondamentale per difenderci dalle infezioni anche gravi che derivano dall'esterno, dai virus e dai batteri. Quindi tendenzialmente quello che cerchiamo di fare è di far immunizzare i pazienti con i vaccini prima di iniziare i terapie immunosuppressive importanti, che avranno una durata molto lunga, in modo tale che abbiano un po' di booster di protezione nei confronti delle malattie infettive. Non so se sono stata spiegata, diciamo. Effettivamente è un libro un po' complicato. [00:08:42] Speaker A: Sì, io lo visualizzo molto come un... voi prendete letteralmente il sistema immunitario e gli dite guardate che c'è anche questa cosa qua da tenere conto, non solo la malattia. Sì, esatto. Quindi il problema non sono i livelli, mettiamola così, ma è il dove va il sistema immunitario ad agire. [00:09:01] Speaker B: Eh sì, esatto. È proprio così, tendenzialmente sì, è così. [00:09:07] Speaker A: Curiosità mia, ma proprio pura pura. Ti occupi di malattie rare, hai detto, giusto? [00:09:12] Speaker B: Anche sì. [00:09:13] Speaker A: Qual è la più rara che ti è capitata sotto mano, così? [00:09:17] Speaker B: Le malattie più rare che mi sono capitate sotto mano sono in realtà probabilmente le malattie bollose congenite, come l'epidermolisi bollosa che ha una forma sia autoimmune, ma anche una forma congenta, quindi che ha dei difatti genetici. Io me ne occupo in piccola parte, perché dovete considerare che c'è il gaslini da noi, che quindi tutta la parte pediatrica viene poi affrontata da loro. Però a noi arrivano a volte i pazienti adulti con queste malattie. Questa per esempio è una malattia parecchio rara. [00:09:57] Speaker A: Qual è la difficoltà nel coniugare una vita da medico, perché hai detto che sei comunque convenzionata col San Martino, e la ricerca accademica? E quante cose che hai visto magari in laboratorio durante la ricerca, eccetera, eccetera, si sono tradotte poi in cose che hai visto effettivamente in casi clinici? [00:10:18] Speaker B: Eh sì, questa è un'ottima domanda. Diciamo che far convivere questi due aspetti del mio lavoro a volte è un po' impegnativo perché comunque il lavoro da medico ha un impegno importante perché lavorare col pubblico, coi pazienti richiede un grande impegno e sacrificio e quindi è abbastanza impegnativo. Però diciamo che per me la parte di ricerca universitaria è sempre stato un po' il mio sogno. ho sempre voluto rimanere in quest'ambiente di ricerca, perché trovo che sia estremamente stimolante. Quindi è vero, a volte faccio fatica, però per me mi dà un'enorme soddisfazione riuscire a fare entrambi gli ambiti e questo per rispondere un po' alla prima parte della domanda. Per quanto riguarda invece quello che si immagina in laboratorio, assolutamente non è poi detto Innanzitutto che funzioni ovviamente come si densai anche tu l'esperimento, a volte fai un completo buco nell'acqua e poi molto spesso diciamo effettivamente non si traduce poi in efficacia clinica. Questo te lo posso raccontare soprattutto per quello che vediamo per i trial clinici, che sono le sperimentazioni cliniche dei nuovi farmaci. perché siamo in un'epoca in cui sostanzialmente, soprattutto nelle malattie autoimmuni, ma anche nell'oncologia, ovviamente quando parlo di autoimmuni ti posso raccontare più questo, si va a cercare dei farmaci che vanno a colpire in maniera specifica una piccola molecola, un'interleuchina, un'acitochina, in maniera specifica una piccola parte del sistema immunitario per modularlo. Poi però da quando si pensa alla patogenesi, si pensa che potrebbe essere un buon bersaglio, ha poi gli studi, i trial clinici di fase 2 di efficacia, magari poi fai un gran buco nell'acqua. Quindi anche cose molto promettenti nella teoria poi non lo sono nella pratica e quindi questo lo vediamo per esempio in questo contesto dei nuovi farmaci, a volte non si riesce fino in fondo. [00:12:32] Speaker A: Esiste il detto tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare, il motivo c'è. Ecco, mettiamola così. Va bene. Assolutamente vero. Va bene, grazie Giulia, grazie per questa intervista, sei stata molto esaustiva e molto chiara, quindi ti ringrazio e ti ringrazio anche del tuo tempo. [00:12:51] Speaker B: Si mancherebbe, grazie.

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